Tra prodotti tipici e botteghe artigianali, viaggio straordinario in una terra ricca di sorprese
Le più interessanti tipicità di Sorrento, che hanno reso celebre la località costiera in tutto il mondo
Sorrento è una delle mete turistiche più ambite e più ricercate, per il suo mare, il clima, le bellezze naturalistiche e artistiche. Ed è universalmente conosciuta per i suoi prodotti enogastronomici, tutti garantiti e protetti dagli appositi marchi di qualità, in primis i limoni, da cui si produce il famosissimo limoncello, e poi le noci, l’olio, il vino, il pregiatissimo Provolone del Monaco.
Ma le tipicità di Sorrento non finiscono qui, perché a dare prestigio alla bella località costiera sono sempre stati anche i maestri artigiani che hanno tramandato fino ad oggi le loro arti e i loro mestieri, in particolare la preziosa sapienza dei maestri della tarsia lignea, che dall’Ottocento fino ad oggi ha prodotto capolavori di rara bellezza sovrapponendo e alternando sottili sfoglie di legno di vario colore con lamelle d’avorio o di madreperla. Per gli amanti del genere, imperdibile una visita al Museo-bottega della Tarsia Lignea, nel centro storico di Sorrento, che ospita una vasta collezione di oggetti e mobili antichi e moderni realizzati con questa tecnica.
Meno nota è forse la tradizione degli antichi maestri d’ascia che realizzavano e purtroppo oggi sempre meno realizzano il gozzo sorrentino, un capolavoro di cantieristica artigianale, una perfetta imbarcazione di piccole dimensioni adatta al trasporto sia di persone che di merci e capace di affrontare anche condizioni meteorologiche proibitive, e con la prua a punta leggermente più alta della poppa per meglio affrontare le onde.
Tra le lavorazioni tipiche sorrentine è d’obbligo nominare anche il ricamo e il merletto. Basti ricordare che una delle più belle e importanti ville della città, Villa Fiorentino, sede oggi della Fondazione Sorrento e scenario dei più importanti eventi culturali della città, è nota alla popolazione anche col nome di Villa Fazzoletti, in ricordo dell’attività dei coniugi Fiorentino che a metà del ‘900 esportavano in tutto il mondo i loro fazzoletti ricamati.